Sbloccare il telefono è oltre che rompere un semplice patto con la casa produttrice. Questo metodo permette di personalizzare al massimo il proprio dispositivo, che però con il tempo sta perdendo significato. Chainfire, produttore di SuperSu, spiega che adattare SuperSu al giorno d'oggi è quasi impossibile.
La trasformazione del modding dopo anni
Vuoi leggere la notizia? Vai al capitolo successivo
Un nuovo telefono prima, per uno che se ne intendeva, era oltre il semplice acquisto. Infatti si cercava, in tutti i modi possibili, di effettuare il root del dispositivo. Prima la sicurezza non era un problema, lo si faceva senza il rischio che qualche malintenzionato potesse prendere il controllo del dispositivo (utilizzando le opportune accortezze durante l'uso). Per me (ma anche per altri credo) effettuare questi semplici passaggi, all'epoca oscuri e macchinosi, era una sfida per ottimizzare il proprio telefono. Si "cucinavano" ROM per ogni genere, dalla più performante e dispendiosa, a quella che permetteva di fare più ore con la propria batteria sacrificando le performance.
L'introduzione di telefoni di alta gamma hanno fatto scomparire questa battaglia con il proprio device. Si producono telefoni per ogni gusto, con personalizzazioni tali da sostituire la necessità di passare ore davanti al PC con programmi in lingua straniera. Ma questa non è l'unica causa che ha reso il modding inutile su alcuni punti di vista, ma anche sotto l'aspetto della sicurezza.
Stagefright, Metaphor, Viking Horde e tanti altri, sono la causa principale che costringe la maggior parte dell'utenza a non fare mosse azzardate, dato che con il proprio terminale oramai conserviamo dati altamente personali.
Sicurezza e modding: non vanno d'accordo per Chainfire
Chainfire ha rilasciato la nuova versione di SuperSu, ovvero la 2.77 beta. Grazie al team di lavoro che ha fornito il tool, si è in grado di aprire il proprio terminale ad ogni applicazione che lo richiede. Però, nella produzione di questo strumento, gli ostacoli non sono stati pochi. Per ottenere un alto grado di sicurezza, Samsung ha impiegato strumenti di sicurezza nel kernel del dispositivo.
Ogni volta che un processo richiede i privilegi di amministratore, questo viene indicato con un valore uid/gid inferiore o uguale a 1000. Se un processo viene indicato con tale valore, si ha un kernel panic, il quale costringe al riavvio del dispositivo. Per riuscire a scampare a questo pericolo, Chainfire ha sfruttato una vulnerabilità con una patch di controllo sul kernel, quando si ha la creazione dell'immagine di boot SuperSU Systemless .
Però è questione di tempo che Samsung trovi una soluzione al problema, rilasciandola nei prossimi aggiornamenti. In quel lasso di tempo, però potete godere dei privilegi di amministratore senza alcun problema.
Ecco il download della nuova versione di SuperSu: